Giuseppe Mongeri, uomo egregio che consacrò tutta la sua vita a promuovere nella nostra città gli studi sulla critica e sulla storia dell’arte

Emilio Visconti Venosta

 L’epigrafe che incorona la lapide commemorativa di Giuseppe Mongeri nel Palazzo di Brera, dettata da Emilio Visconti Venosta,  esprime il sentimento di riconoscenza della città verso un’esistenza consacrata allo studio e all’insegnamento delle discipline artistiche e alla partecipazione attiva agli avvenimenti cittadini in materia di politica culturale. Scrittore fecondo di cose d’arte e cultore di storia artistica dei monumenti cittadini, Mongeri ricoprì un ruolo di primo piano nel dibattito culturale in atto nella Milano post-unitaria durante le fasi di abbellimento e di modernizzazione della città che si avviava a diventare la “capitale morale” del Regno.
Nato a Milano il 17 aprile 1812 da Franco ed Elena Fontana, Giuseppe Mongeri morì nella sua città natale il 17 gennaio 1888.
Negli anni giovanili insieme a Cesare Correnti – con cui ebbe una fitta corrispondenza conservata al Museo del Risorgimento – a Giovanni Lega e ai suoi fratelli Michele e Giacomo, Mongeri creò una sorta di gruppo letterario segreto di ispirazione nazionalista.
Nel 1854 fu titolare della cattedra di estetica alla Accademia di Belle Arti di Brera, della quale venne nominato segretario nel 1855 ricoprendo poi la carica di presidente succedendo a Francesco Hayez.
Fu socio della Società Storica Lombarda dal 1874 e dell’Istituto Lombardo di Scienze Lettere ed Arti dal 1875. Come studioso e pubblicista il suo amore per l’arte e per ogni altra tematica culturale è documentato dalle sue numerose pubblicazioni. Il suo impegno fu rivolto anche alle istituzioni museali.
Nel corso degli anni il suo lavoro andò sempre più affinandosi riuscendo a diffondere ciò che egli amava definire la scienza dell’arte: uno studio fatto sulle fonti archivistiche che unito a una lettura formale e visiva oltrepassava la ristretta prospettiva erudita per una valutazione più scrupolosa e autentica dell’opera d’arte.
È stato questo l’intento del suo maggior lavoro: l’Arte in Milano, note per servire di guida alla città pubblicato nel 1872 in occasione dell’Esposizione Nazionale Italiana e del secondo Congresso artistico. L’opera, volta a far amare l’arte, ed a farla amar bene, lo ha consacrato al prestigio pubblico, anche fuori d’Italia.
Mongeri è stato interprete di numerosi interventi edilizi: la creazione della stazione Centrale, del cimitero Monumentale e della piazza del Duomo con la Galleria Vittorio Emanuele, la demolizione degli Archi di Porta Nuova e della chiesa di San Giovanni in Conca, i lavori di salvaguardia del Castello di Milano, il rifacimento della facciata di San Babila e il restauro di quella di Sant’Eufemia e di San Marco.
Il dibattito sulla riforma della facciata del Duomo venne accolto più volte da Mongeri nei suoi studi: nel 1886 pubblicò La facciata del Duomo di Milano e i suoi disegni antichi e moderni, e nel ’87, l’anno prima della morte, Per la facciata del Duomo di Milano, memorie e commenti e I concorsi per la facciata del Duomo di Milano, appunti tecnici, testi che ancora oggi costituiscono una fonte preziosa per la ricostruzione storica della nostra cattedrale.
Una mostra, allestita a Palazzo Sormani dal 6 giugno al 28 luglio 2012, in occasione del bicentenario della nascita, ha proposto un itinerario documentario, riproposto in questo "percorso", sul patrimonio monumentale cittadino descritto da Giuseppe Mongeri. Si è inteso così celebrare  la figura dell’autorevole personalità milanese che fu artefice e promotore di profonde trasformazioni culturali avvenute nel capoluogo ambrosiano nel periodo post-risorgimentale.
L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con la Società Storica Lombarda e le Civiche Raccolte Storiche  “Collezione Palazzo Morando”.

 Marina Bonomelli

 http://www.societastoricalombarda.it/ssl_mongeri.html